Alimentazione e ADHD
(Dott.ssa Greta Baviera Biologa Nutrizionista)
La connessione tra dieta e ADHD è complessa, con numerosi studi che esaminano l’impatto degli alimenti sulla gestione della sindrome. Sebbene una dieta equilibrata non possa curare l’ADHD, essa può contribuire significativamente alla sua gestione, grazie a nutrienti specifici presenti in alcuni cibi. Adottare sane abitudini alimentari e evitare cibi scatenanti può migliorare il benessere generale e aumentare la concentrazione.
Le risposte individuali alla dieta possono variare, ma studi hanno evidenziato che alcuni alimenti e integratori influenzano il comportamento. Ad esempio, il caffè e la cioccolata hanno effetti sullo stato di allerta e umore. La ricerca suggerisce l’importanza di focalizzarsi sull’integrazione di certi alimenti e l’eliminazione di altri, come nel caso delle diete di Integrazione ed Eliminazione.
Tratti comuni dell’ADHD possono portare a scelte alimentari scorrette, difficoltà nel pianificare pasti equilibrati e dipendenza da cibi malsani. Modifiche alimentari, come ridurre zuccheri e cibi processati e aumentare l’assunzione di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre, possono migliorare la concentrazione e il comportamento. È cruciale consultare professionisti per ottimizzare la nutrizione come parte di un piano di trattamento completo.
Per i bambini, una dieta equilibrata ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre è essenziale, inclusi alimenti ricchi di omega-3 come salmone e noci. La dieta mediterranea, con i suoi benefici per la salute neurocognitiva, può ridurre la probabilità di ADHD nei bambini, grazie al consumo di verdure, legumi, frutta, cereali e pesce.
Le diete di Eliminazione e Integrazione evidenziano come ridurre o integrare certi alimenti possa migliorare i sintomi dell’ADHD. Una corretta alimentazione durante la gravidanza è cruciale per il futuro sviluppo cognitivo del bambino, specialmente l’equilibrio tra omega-6 e omega-3.
Infine, la dieta chetogenica, nota per il trattamento dell’epilessia, sta mostrando promettenti risultati nel miglioramento dei sintomi dell’ADHD, grazie ai cambiamenti nel microbiota intestinale e nel metabolismo cerebrale. Tuttavia, è fondamentale che queste diete siano seguite sotto stretta supervisione medica per evitare effetti collaterali.
Le strategie nutrizionali per l’ADHD devono essere personalizzate, tenendo conto delle caratteristiche uniche di ogni individuo, patologie ereditarie e stile di vita. Un supporto professionale è fondamentale per adottare abitudini alimentari sane e migliorare la qualità della vita.
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